Con l’anno nuovo questo Journal festeggia i quattro anni. Come augurare l’anno nuovo?
Con la politica. Italiana. È inevitabile. Ne siamo costretti. Ci fosse stato qualcosa di meglio, che non assomigliasse ad una fuga o ad una rimozione, avremmo parlato d’altro.
Avremmo parlato di futuro e felicità …
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I Fascisti si sentono ringalluzziti ed il “ciarpame” è sempre all’attacco mentre la latrina è ancora aperta.
Per 17 anni si è urlato al comunismo che non c’è per coltivare il fascismo che c’è.
E il fascismo che c’è non ha solo la faccia dell’ometto-orsetto caricato con batterie Duracel La Russa, o del’ipertiroideo Gasparri, o del razzista geneticamente ipoproteico Borghesio.
In questo fascismo, di cui deteniamo ancora i diritti, c’è la banalità del ministro Bondi la cui patografia ci indica quell’inclinazione da omosessualità irrisolta nei confronti del capo che lo acceca; un uomo vacuo ed insignificante che ci punisce con i suoi deliri.
Per le donne del governo lascio alla libertà interpretativa. Bondi (come altri) è uomo che non parla, è parlato.
La sensazione generale è che questi neo fascisti sono uomini screditati ed in bilico, loro stessi ne sono consapevoli, ma si rotolano nel fango con compiacimento contro di noi, e sono ancora lì, pur non avendo una maggioranza. Viviamo questo presente come se lo avessimo già alle spalle, ma senza un presente e, soprattutto, senza un futuro.
Riviviamo Bolzaneto di nuovo, contro i nostri ragazzi, ma all’aperto.
La risposta è sempre, e ancora, botte da orbi. L’ex fascista ora Presidente della Camera dei deputati, Fini, all’epoca dei fatti di Genova era ministro e sdoganava il manganello facile, le torture e i depistaggi, e le false prove.
La Polizia manifesta per le strade per avere più risorse ma vedi mai se facessero sciopero di manganello! E poi, come nel primo fascismo, ci sono i nomi ad indicare un destino: il capo della polizia si chiama Manganelli. Vocazione infantile?
Il centrosinistra e la sinistra si spappolano. Ci aveva lavorato a fondo Veltroni per anni, e ci è riuscito. Il nuovo Andreotti, D’Alema, sta dando i colpi finali. C’è la speranza di un orecchino, che porterà probabilmente ad una gloriosa e romantica sconfitta, mentre la collana perde inesorabilmente le sue perle di vetro…
Ma nella sinistra la sconfitta trova una gloria compensatoria. Essa è rappresentata dalle cosiddette “primarie”. Questo tipo di votazioni “interne” ad un gruppo politico o ad una coalizione sono mutuate dagli americani e ricorda Alberto Sordi nelle fattezze intellettualistiche di Veltroni.
Si vince “intramuros” e ci si accorge che non solo non basta ma se ne ha anche paura. Come nel film “Un americano a Roma” la pappa americana non piace più e ci si ributta negli spaghetti. Veltroni, l’americano, ha affossato la sinistra democratica. Veltroni pensava di vincere con George Clooney e Bob De Niro in Italia, o grazie ai suoi romanzi e l’appartementino a Manhattan. L’americano ci ha affossato. Ha voluto gli imprenditori e l’imprenditore ci ha schiaffeggiato. L’americano dovrebbe scomparire, ma à ancora lì, come i vecchi democristiani (ma che bei tempi nel paradosso della storia!)… parla… parla… propone…
Tutto spinge verso Piazzale Loreto, nell’antropologia “italiota”, per poi ricominciare, in una coazione a ripetere.
Dov’è l’Europa?
Forse ci manca il pugilato. Sport scomparso. Ci manca l’agon. Quello vero, nella spettacolarità virtuale e catartica. Violento, ma con un suo stile e intelligenza. Ci mancano i grandi eroi del ring.
Buon anno dunque ai lettori  di questo Journal.