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1.
iPad, tre vocali prima dell’iPod; qualche salto di scala rispetto all’iPhone 3G ma non è la somma tra i due. È la “cosa”. Il video di presentazione su apple.com ne vede l’uso domestico, seduti in poltrona nel living room. La sua maneggiabilità non prevede in effetti un uso nomade o onde road. Si ritorna a casa, nei luoghi di lavoro, nel confort di un interior. Il mondo è nelle nostre mani, stando fermi. L’oggetto è portatile come un quaderno moleskine ma bisogna pur fermarsi per scriverci sopra. Il tablet è un moleskine multimediale che ci consente anche la lentezza dello scrivere e del disegnare. Bisogna vedere chi lo usa. Oggetto intelligente per persone intelligenti. Vedremo. In Italia si leggono poco i giornali e libri e forse per la maggioranza l’iPad è troppo.
2.
Circola l’idea, per risollevare le sorti del libro e della lettura, di distribuire gratuitamente i libri a scuole, carceri e ospedali.
L’idea è alquanto stupida. Se c’è un modo per svalorizzare qualcosa è la gratuità . Ogni cosa ha il suo costo ed il libro ha il suo. Piuttosto sarebbe ora di farla finita con la rincorsa degli sconti dei libri; meglio sarebbe offrire un prezzo già più basso in partenza. Non mi va che un libro che ho acquistato un mese fa ora è in vendita scontato al 25%, così come non mi va l’immediato passaggio in edizione economica; si faccia subito l’edizione economica insieme a quella meglio rilegata con la carta migliore (si fa per dire ormai è tutta chimica) e con un corpo tipografico almeno 12, non dico 14 – tanto ormai quasi tutto è in stampa digitale.
Ma nonostante il lamento del lettore che vede scadere la qualità “tipografica” e di “confezione” del libro rimaniamo convinti del fatto che i  libri non si danno gratis, i libri si comprano, ci deve essere un’azione, una scelta. La gratuità alimenta la sprezzatura, ne è complice.
Un giovane che acquista un libro inizia un percorso emancipatorio. Certo, se vive in una casa ove non ci sono libri ma solo sterco televisivo sarà difficile. E infine, quali libri si intendono distribuire gratuitamente? Chi li sceglie? Chi ci guadagna? Quali case editrici? Quelle dell’imperatore pornopop?
3.
Il 14 aprile dell’anno passato ne avevamo scritto qualcosa: http://www.variosondamestesso.com/2009/04/14/abruzzo-terremoto-rimozione/
L’Aquila. I cittadini e le loro istituzioni territoriali sono stati via via derubricati.
Li abbiamo visti, in questi mesi, il Sindaco dell’Aquila e la Presidente della sua Provincia come spaesati, a volte smarriti. La macchina del “fare” li ha spiazzati, hanno un potere di coordinamento e di gestione esiguo. Il Presidente della Regione, come tutti i miracolati dell’imperatore pornopop, oltre non può e se proprio dovesse protestare con il governo prima telefona per concordarne i toni. C’è poi un magistrato, disincantato, con scarsi mezzi, che pazientemente indaga sulle illegalità di ieri e di oggi. Per il resto la città è doppiamente fantasma.
Lo stato d’eccezione messo in prova a L’Aquila vuole essere esteso quale modalità di governo.