Caro Roberto Saviano,se pensi di lasciare l’Italia per perseguire la tua libertà , e integrità , fai molto bene. Come ha scritto giustamente Giuseppe D’Avanzo qui gli eroi, e certo tu non volevi esserlo, vengono prima o poi fatti bersaglio con schizzi di merda. Aggiungi il desiderio mimetico del sistema letterario a cui tutte quelle copie vendute non vanno giù e prima o poi si comincerà con le analisi che spaccano il capello e se tu non sforni un nuovo romanzo la vedo dura per te. Quando il momento del discredito nei tuoi confronti sarà speculare alle minacce camorristiche quello allora sarà il momento più inquietante. In Italia è sempre stato così. Spero che ciò non avvenga. Io sono per preservare la letteratura, perchè preservando lo scrittore preserviamo anche l’uomo. Non vedrei proprio New York, piuttosto seguirei certi suggerimenti alla Philip Roth. Un luogo vicino, ove quella metropoli sia comunque raggiungibile, ci vai per quello che ti serve mentre per lavorare vedrei quasi campagna o piccola città con i servizi necessari.Se il tuo destino è scrivere non ha molta importanza la tua postazione. Sei giovane, puoi costruire nuove mappe esistenziali. I lettori aspettano un tuo nuovo romanzo, questa è la tua responsabilità e semmai fosse un alibi rimane tra i più belli. Cambia un po’ immagine, renditi mimetico se puoi.L’esperienza dei tuoi due anni è già materia per scrivere, al di là degli articoli saltuari. Non raccogliere gli articoli in un libro, scrivine uno nuovo.Cerca di non vivere di rendita ma rimettiti in gioco in letteratura.La nostalgia della tua terra potrebbe essere conservata nell’esperienza della nuova e non potrai sapere cosa sarai tra vent’anni.In bocca al lupo.