Una notte

notte

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Sarà accaduto che gli odori notturni di un fine maggio, all’aperto, in un prato o in una boscaglia, prendessero il sopravvento sul corpo.
Il dionisiaco gelsomino avrà fatto rima con l’eterno femminino.
In un agosto più forte e potente l’aperto della natura sorpassava l’aperto di un corpo, rendendolo contorno, e non più protagonista.
Sarà pure accaduto che la ginnastica erotica sotto un cielo stellato e con il frusciare vociante degli alberi si sia arricchita con lo spettacolo di una insperata natura, tuttavia decentrandosi in un altro mondo, ove ci siamo sentiti osservati da un io distante, come in un palcoscenico ove allestivamo la nostra potenza, il nostro piacere, con uno sguardo più distaccato, pur partecipando all’amore appassionatamente; contando sull’esperienza, sulla “qualità” della prestazione.
Sarà dunque accaduto che pur penetrando quel corpo eravamo soli, in ascolto di altro; forse di noi stessi nel momento più inopportuno, quando l’altro era in ascolto solo di te.
Questo non ti sarà mai perdonato.
Hai tradito l’altro per ascoltare te stesso.
Potresti anche espiare a lungo questa imperdonabile colpa.

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