“Vario son da me stesso”, Journal di arte, cultura, umanità varia, vite vissute e nuda vita; termometro della vita attiva e contemplativa, osservatorio mobile, libero e indipendente del piccolo e del grande mondo.
Diario dello sguardo inattuale. Quotidiano del malessere, della ricerca della felicità e del bello.
“Vario son da me stesso” è il piacere della scrittura, è “il piacere del resto”, dei resti.
“Vario son da me stesso” era il senso compositivo dei quadri dell’Arcimboldi.
“Vario son da me stesso” è il tentativo di uscire da se stessi per essere e riconoscere tutti gli altri possibili dentro di noi, per autopacificarsi.
“Vario son da me stesso” significa negoziare con se stessi, per automigliorarsi, prendere cura di sé.
“Vario son da me stesso” è come la malattia della pelle. È la malattia della superficie.
“Vario son da me stesso” è la psoriasi della contemporaneità , è, come dicevano gli antichi greci, la “malattia dei sani”.
Vario son da me stesso,
E pur, sì vario, un solo
Sono, e di varie cose
Col mio vario sembiante
Le sembianze ritraggo
(Gregorio Comanini, Trattati d’arte…)